Il territorio di Erto e Casso è noto per le sue particolarità sia paesaggistiche che storico-culturali. Erto Vecchia, in particolare, con le sue strette vie lastricate e le antiche case in pietra del centro storico, è un classico esempio di borgo montano, tanto che nel 1976 fu dichiarato monumento nazionale.
Erto e Casso costituiscono insieme l’ultimo Comune a nord-ovest del Friuli, al confine con la provincia di Belluno – siamo a pochi minuti da Longarone – anche se le due comunità di Erto e Casso sono molto diverse. Erto è di origine antica, tanto che la sua esistenza è documentata da resti romani e da scritti risalenti all’VIII secolo. Casso è più recente: la sua presenza è attestata dal secolo XIV. La differenza è marcata anche dai dialetti: a Erto si parla una forma di ladino dolomitico, lontano dal dialetto veneto-bellunese di Casso.
La profonda identità culturale della comunità di Erto Vecchia è una delle ragioni che rendono questo paese tanto suggestivo: ogni anno arrivano visitatori da tutto il triveneto per assistere all’antica Via Crucis del Venerdì Santo. Fin dal 1631 gli ertani celebrano il Venerdì Santo di Pasqua con la rappresentazione della Passione di Cristo: un rito nato per scongiurare l’arrivo dell’epidemia di peste bubbonica che stava flagellando l’intera Europa. Erto fu veramente risparmiata dalla pestilenza, forse più per l’isolamento del paese che per il voto, ma da allora la Via Crucis del Venerdì Santo si ripete ogni anno, mettendo in scena la Passione di Cristo all’aperto e recitando in costume.
Natura, storia e cultura di Erto e del suo territorio sono alla radice delle opere di Mauro Corona, scrittore, alpinista ed artista di fama nazionale. Nei suoi brani Corona porta il lettore a contatto con un mondo quasi del tutto scomparso: quello della vita e delle tradizioni antiche nei paesi della valle del Vajont. Le sue sculture nascono dal legno dei boschi della val Cellina e dalla pietra delle montagne che scala e che ama.
Tutto attorno a Erto si sviluppa il paesaggio magico ed incontaminato della Carnia, protetto dal Parco Nazionale delle Dolomiti Friulane: luogo perfetto per escursioni naturalistiche, come i sentieri della Val Zemola, e meta ideale per tutti gli appassionati di arrampicata, data la presenza di numerose palestre di roccia. Da diversi anni infatti, la palestra di roccia di Erto è conosciuta in tutto il mondo come uno dei più famosi terreni di scontro e confronto tra scalatori. La più famosa è nata nel ’78, proprio di fronte alla diga del Vajont, tristemente nota per il disastro del 9 ottobre 1963. Ancora oggi, su quelle palestre di roccia, è possibile incontrare Mauro Corona, uno dei primi ad aprire vie su quelle falesie.
Ogni volta che penso a Erto, il mio vecchio paese, quello abbandonato dopo il Vajont, con le vetuste case una attaccata all’altra e le vie di acciottolamento buie e strette, la memoria va verso l’inverno.
Mauro Corona
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